Diagnosi per tumore al seno in ritardo a causa del Covid
L’oncologo: “Fate screening, niente paura”
Diventano misurabili gli effetti della pandemia di Coronavirus sulla cura dei tumori nel nostro Paese. Nei primi 5 mesi del 2020, in Italia, sono stati eseguiti circa un milione e quattrocentomila esami di screening in meno
rispetto allo stesso periodo del 2019. Ritardi che si traducono, quindi, in una netta riduzione delle nuove diagnosi di tumore della mammella (2.099 in meno). Queste neoplasie non sono scomparse, ma saranno individuate in fase più avanzata, con conseguenti minori probabilità di guarigione e necessità di maggiori risorse per le cure. Una diagnosi tardiva si traduce, quindi, anche minori possibilità di guarigione, oltre a interventi chirurgici e terapie più invasive. “Questo è un dato molto significativo e preoccupante, sopratutto perché abbraccia fasce giovani di incidenza del tumore al seno – spiega a Fanpage.it il dottor Corrado Tinterri, Responsabile di Unità Operativa e Director Breast Unit dell’Humanitas di Milano -. Ora ci siamo riorganizzati. I centri senologici sono operativi, per il momento, in tutte le regioni. Tornate a fare screening. Non abbiate paura, i percorsi sono sicuri”.